mercoledì 17 febbraio 2010

Gli incubi, per esempio

Gli incubi, per esempio

Non c'è nessuno che smetta di fumare.
Si sospende, al massimo. Per giorni. O per mesi; o per anni. Ma nessuno smette. La sigaretta è sempre lì, in agguato. Qualche volta salta fuori nel bel mezzo di un sogno, magari cinque, o dieci anni dopo aver smesso.
Allora senti il contatto delle dita sulla carta; senti il leggero, sordo, rassicurante rumore che fa quando la batti sul piano della scrivania; senti il contatto delle labbra sul filtro ocra; senti lo scratch del fiammifero e vedi la fiamma gialla, con la base azzurra.
Senti addirittura la botta nei polmoni, e vedi il fumo che si diffonde tra le carte, i libri, la tazzina di caffè.
E' allora che ti svegli. E pensi che una sigaretta, una sola non può fare nessuna differenza. Che te la potresti anche accendere, perché hai sempre quel pacchetto di emergenza chiuso nel cassetto della scrivania, o da qualche altra parte. E poi, naturalmente, ti dici che non funziona così; che se ne accendi una ne accenderai un'altra, e poi un'altra eccetera, eccetera. A volta funziona; a volte no. Comunque vada, in quei momenti capisci che l'espressione smettere di fumare è un concetto astratto. La realtà è diversa.
E poi ci sono occasioni più concrete dei sogni. Gli incubi, per esempio.

G. Carofiglio - Ad occhi chiusi

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